Gli anni ‘80 si caratterizzano per una profonda trasformazione che avviene nei diversi comparti del mercato edilizio. L’esigenza di ridare respiro all’edilizia residenziale e di ridisegnare la programmazione della crescita urbana diventa sempre più pressante.
Da parte imprenditoriale viene dunque a maturazione l’impostazione di politica industriale che vedeva nella programmazione relativa alle “grandi opere” urbanistico-edilizie e infrastrutturali, come il “Sistema Direzionale Orientale” e il nuovo “Quartiere Fieristico”, l’impegno nella fase a monte di quella costruttiva. La Cassa Edile, grazie a un’esperienza ormai ventennale, a un’oculata gestione e un rigoroso utilizzo delle risorse, si avvia a una fase di sviluppo sia qualitativo che quantitativo in termini di assistenza straordinaria.
Insieme al Centro di Formazione Edile e al Comitato Paritetico Territoriale, la Cassa Edile costituisce sempre più un sistema integrato, a rete, che nel comparto edile rappresenta a buon diritto un nuovo modello di sviluppo esportabile anche in altri settori. Nel contratto dell’ ‘86 si prevede un sistema di informazione che interessa tutti i comparti dell’edilizia sia pubblica che privata. È previsto in modo esplicito il divieto del cottimismo e di intermediazione nella prestazione di lavoro. Assume maggior rilievo l’impegno nella formazione professionale con l’istituzione del Formedil regionale.
Le Casse Edili assumono l’impegno comune alla realizzazione di un sistema di videoterminali nelle zone di più intensa concentrazione di cantieri, per rafforzare l’azione di maggior formazione in materia di sicurezza. L’ultimo contratto firmato nel decennio è quello dell’ ‘89 che risulta organizzato secondo tre tipi di fruizione: le regole per gli operai, quelle per gli impiegati e quelle che riguardano entrambi. Si accentua la collaborazione per monitorare la regolarità dei bandi di gara con la Regione Lazio e con gli enti chiamati ai controlli. Infine la Cassa Edile è chiamata a rilasciare la certificazione di iscrizione e di correttezza nella contribuzione. Con il contratto dell’ ‘89 si chiude una fase. Come vedremo in seguito, i termini del confronto assumeranno sempre più quelli di una logica di collaborazione strategica.
Negli anni Ottanta prosegue l’espansione dell’edilizia abitativa pubblica, grazie anche ad operazioni di emergenza, che videro protagonista il Comune di Roma.
Stabilimento Birra Peroni, Roma
La popolazione continua a crescere e passa dalle 2.781.993 unità del 1971 alle 2.840.259 del 1981. Le prime risorse finanziarie furono messe a disposizione dalla neonata legge 25 dell’80, che permise la realizzazione di oltre 3.300 abitazioni nel quartiere di Tor Bella Monaca. Mentre, con la successiva legge 94 dell’82, nacquero quattro quartieri: Fidene, Ottavia, San Basilio e Quartaccio. Allo stesso tempo furono completati tutti i quartieri PEEP e realizzati gran parte dei 14 insediamenti previsti dalla variante integrativa del 1981: Acilia, Dragoncello, Capannelle, Lucchina, Portuense, Settecamini, Casale Caletto, ed altri minori.
Per tutti gli anni ‘80 cominciò a svilupparsi anche l’edilizia non residenziale. Le realizzazioni si svilupparono in modo frammentato e non furono collocate all’interno di un piano organico. Tuttavia ci furono delle eccezioni, ossia i lavori legati alla legge Biasini che destinava notevoli finanziamenti al restauro del patrimonio culturale.
Il patrimonio residenziale fu oggetto di molti interventi di recupero a Tor di Nona, San Paolo alla Regola, via dei Cappellari, Borgo Pio, a largo Corrado Ricci, in Trastevere e all’Esquilino. I rifinanziamenti della legge 457 del ‘78 diedero nuovo impulso anche all’intervento privato convenzionato e, alla fine del decennio, furono ultimati interventi di recupero per circa 250 alloggi e 24.000 metri cubi di spazi non residenziali. Fra questi particolare rilievo assunsero l’iniziativa di valorizzazione dell’ex complesso della Birra Peroni nel quartiere Pinciano, il restauro del complesso di San Michele e i lavori per la trasformazione in Museo Nazionale Romano dell’ex Collegio Massimo a piazza dei Cinquecento.
Nel settore orientale, ai bordi del nuovo insediamento dell’Università di Tor Vergata, la Banca d’Italia creò un centro di servizi. Nello stesso quadrante fu costruito il nucleo direzionale e commerciale Cinecittà Due. Sempre in periferia un altro nucleo di attrezzature terziarie si consolidò sulla via Prenestina con il centro commerciale Raffaello, la sede dell’INPS e un ospedale americano privato. D’iniziativa pubblica fu invece il centro di settore di Tor Bella Monaca.
In altri quadranti della città nacquero diversi poli direzionali: il centro di Parco dei Medici alla Magliana; il nucleo delle Tre Fontane, dove trovarono sede il Ministero del Tesoro, l’Agip e il Pubblico Registro Immobiliare; il Centro Laurentino, sede dei Ministeri delle Poste e delle Finanze, la SIP e l’IBM; il nucleo Cinecittà-Anagnina, che venne scelto per sedi decentrate dell’ANAS, ISTAT, INPS e SIP. Sulla direttrice Tiburtina, invece, s’insediarono i centri di elaborazione dati del Ministero del Tesoro; a Pietralata gli uffici del Ministero dei Trasporti. Nell’area centrale fu riqualificata piazza Dante e ultimato il restauro dell’Acquario romano. Ancora, furono restaurati le Terme di Diocleziano, l’ex Collegio Massimo a piazza dei Cinquecento e Palazzo Altemps, recuperato il Palazzo delle Esposizioni e realizzate la Moschea ed il Centro Culturale Islamico nei pressi di Villa Ada.
Nell’edilizia ospedaliera vennero ristrutturati il Policlinico Umberto I°, il S.Eugenio all’EUR, l’ospedale militare del Celio e l’ospedale Spallanzani. Di nuova realizzazione invece l’ospedale di Ostia e quello di Pietralata. Tra le infrastrutture esterne l’ANAS ultimò la bretella autostradale Fiano-S.Cesareo, lavorò all’ampliamento del GRA, con la terza corsia, e attrezzò l’innesto della via Flaminia all’altezza di Labaro-Prima Porta. Oltre al completamento del raddoppio di Via Prati Fiscali furono completati a nord la Via Togliatti fino a Castel Giubileo e, a sud, il raccordo fra l’Eur e l’Olimpica attraverso i Colli Portuensi.
Questo decennio si chiuse con lo svolgimento dei Mondiali di calcio del ‘90 nel quadrante nord di Roma, dove infatti si concentrarono i finanziamenti. In questa
porzione di territoriovenne ristrutturato, dal CONI, lo Stadio Olimpico e realizzato il raddoppio della via Olimpica. Con la fine dei lavori della tangenziale est, poi, anche l’autostrada degli Abruzzi A4 risultò finalmente innestata sul circuito urbano. Nei pressi dello Stadio vennero ristrutturati viale Angelico e viale Tor di Quinto, realizzata una connessione fra la Cassia e la Flaminia e resi accessibili il Centro RAI e il nodo di scambio di Saxa Rubra. Lo spazio di piazza Mancini venne trasformato in un parcheggio, un giardino ed un terminal per il tram veloce che venne realizzato sulla via Flaminia fino a Piazza del Popolo, per scambiare con la linea A del metrò. Nell’area si inserirono nuove attività direzionali, come evidenziano gli interventi di Viale Tiziano, venne inoltre trasferito il nuovo centro servizi RAI a Grottarossa sulla Flaminia. Nel settore orientale si realizzarono solo strutture di servizio per la sosta alla stazione Tiburtina e per la fermata del metrò di Cinecittà, mentre l’ANAS migliorò gli accesi alla aerostazione di Ciampino, anche l’aeroporto di Fiumicino venne ristrutturato. L’Ente Ferrovie realizzò un collegamento provvisorio lungo l’anello, fino alla stazione di Farneto e Vigna Clara, e completò il collegamento con l’aeroporto di Fiumicino. Fu aperta una linea di trasporto pubblico su ferro, che collegava la città all’aeroporto, e nacque il nuovo Air Terminal connesso con la stazione Ostiense con la linea B del metrò.