Bernardo Donato Ciddio
Vice Presidente Cassa Edile di Roma e Provincia dal 27 ottobre 1986 al 10 aprile 1989
Nella seconda metà degli anni ’80 ho avuto l’onore di assumere l’incarico di Vice Presidente della Cassa Edili di Roma.
Avevo già l’esperienza di consigliere dello stesso Ente fin dal 1981, e questo mi è stato sicuramente utile per svolgere al meglio il compito prestigioso a cui ero stato chiamato.
Quegli anni, erano anni difficili, credo di ricordare che la crisi che si stava attraversando nel settore delle costruzioni, ha fatto segnare in quel periodo il minimo storico di addetti censiti nella Cassa Edile. Mi pare di ricordare che il numero complessivo di lavoratori non Centro Elaborazione Dati – Cassa Edile superasse le 35 mila unità. A Roma, con la fine della costruzione di Tor Bella Monaca e di Corviale, era entrata in crisi l’edilizia economica e popolare e l’Isveur (consorzio dei costruttori romani), che aveva rappresentato il precedente periodo di espansione del settore, cominciava ad esaurire la spinta propulsiva degli anni precedenti legati alle politiche innovative dei primi governi di Centro-Sinistra della Città.
Si era a pochi anni dalla rottura sindacale di “San Valentino” per cui era necessario un grande lavoro di ricucitura dei rapporti unitari e sicuramente all’interno del Consiglio di Amministrazione della Cassa Edile ed in particolare nei pre-consigli, si consentiva al Vice Presidente l’opportunità di tenere unita la delegazione sindacale. L’alta inflazione e gli alti tassi d’interesse bancario ricordo che ci hanno consentito di implementare le assistenze straordinarie verso i lavoratori e tra queste i soggiorni estivi, pagate dall’Ente, durante le ferie presso i migliori alberghi italiani.
Ricordo con affetto il Presidente Aldo Buzzetti la cui etica è stata da me molto apprezzata per l’alto senso del dovere con cui il Presidente gestiva l‘Ente con il solo fine di migliorare le condizioni dei lavoratori e delle imprese. Con altrettanto affetto ricordo il Direttore Clemente Guzzardi, che da quando fu chiamato a questo compito, proveniente dal sistema bancario, mise a disposizione tutta la sua esperienza e saggezza per una sana gestione.
Quel Consiglio di Amministrazione, quella Presidenza composta dal sottoscritto e dal Presidente Aldo Buzzetti aveva accantonamenti tali da poter comprare la sede dell’Ente, ma preferì una maggiore riflessione all’interno delle parti sociali, rinviando questa ipotesi negli anni successivi.